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Aspettando il 2023

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Premetto che si tratta di un articolo un po’ lunghetto e pieno di roba tecnica a cui a molti di voi non interessa, però è roba importante. Detto ciò, cominciamo!

È in arrivo una rivoluzione nel mondo del gaming ma, al contrario delle altre di cui siam soliti parlarvi, questa richiederà anni, se non proprio decenni per avvenire. È qualcosa che tutti sanno avverrà, prima o poi. Posti di fronte alla domanda: “Ma secondo te sarà per sempre così?” in riguardo a quell’argomento, chiunque risponderebbe: “Certo che no! Prima o poi qualcuno farà qualcosa.”, o quantomeno risponderebbe con un: “Forse.” Certamente, mai con un no a priori.

Fortunatamente chi vi scrive qui è una persona lungimirante, che già nel 2009 parlava di gaming su Linux e nel 2012 di console di Steam e morte delle copie fisiche.

Oggi, invece, vi parlo della fine del duopolio Intel/AMD.

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Ora, immaginate un mondo dove esistono solo auto Mercedes. Dove se volete un’auto dovete comprare una Mercedes. Per strada solo Mercedes. La prima automobile con motore a scoppio al mondo è stata la Benz Patent Motorwagen, costruita dall’ingegnere tedesco Karl Benz (la seconda parte del nome Mercedes-Benz deriva appunto da lui). Cominciamo qui a ragionare: se l’auto l’ha inventata lui, come mai le producono anche altre aziende? Come mai esistono anche la Ford, la Fiat, la Volkswagen, la BMW eccetera? La ragione è semplice: i brevetti scadono.

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Stando ad accordi presi in sede della World Trade Organization, un brevetto non può superare i venti anni. Qualsiasi cosa non considerabile come proprietà intellettuale, quindi soggetta a copyright e dunque legalmente valutabile in quell’ambito, può essere realizzata nuovamente da altri senza doverne chiedere i diritti. Stesso, prima o poi, succederà coi processori.

Ora mi direte: “Ma un processore di 20 anni fa sarà quantomeno un catorcio, cosa posso farci girare su? Pure se dovessero realizzarlo e dovesse costar pochissimo (in quanto sottomarca e tutto), cosa lo dovrei comprare a fare?” Ed avreste pienamente ragione, infatti 20 anni fa usciva il Pentium Pro. Il Pentium 1 Pro. Tre Pentium prima del famoso Pentium 4 che tutti certamente conoscete. Un fenomenale processore 32bit da 200Mhz. Un qualcosa che certamente non vorreste, considerando che, e parlo per esperienza, Facebook lagga su un Pentium 2 da 300Mhz. Ci ho provato due anni fa.

E qui viene fuori il perché del 2023: è la data in cui tornando indietro di 20 anni si arriva al giorno dell’uscita del primo processore commerciale ad utilizzare l’architettura X64, ovvero il 64bit: l’AMD Opteron, rilasciato il 22 aprile 2003. Certo, non è ancora il massimo, ma considerate questo: un Opteron rifatto con la tecnologia di oggi, ovvero con transistor più piccoli e numerosi ed un clock più alto, sarebbe molto più potente dell’originale. Non vi basta? Andiamo avanti di altri 5 anni, al 2028. In quell’anno, diventerà di pubblico dominio l’AMD Phenom: un processore che forse ancora qualcuno di voi ha, ed usa ancora senza problemi. Già quello sarebbe più appetibile, vero?

A questo punto però qualcuno si starà cominciando a porre un’altra domanda: ma i vari programmi che usciranno in questi 7 anni per arrivare al 2023 (e 12 anni per arrivare al 2028) non saranno MOLTO più pesanti? Cioè, un programma che uscirà in questi anni una CPU così vecchia non potrà certamente reggerlo. Beh, non necessariamente.

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Vi rimando all’articolo pubblicato un po’ di tempo fa da -Kryuko: Gaming su una GPU AMD di 10 anni fa. GPU sulla quale il buon -Kryuko riesce a far girare Dota, TF2, HL2, TBOI ed altro, alcuni anche ad FPS giocabili. Ora, se 10 anni fa avessimo fatto il medesimo esperimento, ovvero provato a giocare giochi del 2006 su una GPU del ’96, la nostra missione sarebbe stata provare a far girare giochi come Oblivion, CoD 3, Hitman: Blood Money e Saints Row su una ATi Rage Pro con addirittura 8MB di memoria.

Vi lascio immaginare quali sarebbero potuti essere i risultati.

A questo punto state cominciando a realizzare una cosa: la qualità della grafica dei giochi, e di conseguenza i loro requisiti in termini di hardware, non è migliorata così tanto negli scorsi 10 anni come nei precedenti 10, e nei prossimi 10 migliorerà ancora meno. Prendete un gioco del ’96: Daggerfall, il secondo capitolo della saga “The Elder Scrolls”, di cui Oblivion è il quarto e Skyrim il quinto (quella saga è un ottimo modo per tenere traccia dei progressi nel campo della grafica). Metteteli vicino e tra i due vedrete un abisso. Fate lo stesso con Oblivion e Skyrim e sì, vedrete che il secondo è meglio, ma non c’è quell’abisso, anche in termini di requisiti hardware.

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La grafica è arrivata a dei livelli di dettaglio e realismo che sarà sempre più difficile spingerla ancora più in là, e dunque i requisiti hardware per massimizzare un gioco appena uscito aumenteranno sempre più lentamente. Aggiungiamoci le nuove API, tipo Vulkan, fatte per ottimizzare le performance, ovvero per ottenere di più da meno, e ci si rende conto che arriverà un momento, prima o poi, i requisiti, se non smetteranno proprio di aumentare, certamente lo faranno molto, molto più lentamente di quanto non siamo abituati. Tra dieci anni, l’hardware di oggi sarà ancora più che sufficiente per giocare titoli appena usciti.

Intanto, mentre il tempo passa, ogni 20° compleanno di un processore lo manda nel pubblico dominio, e serve davvero parlare solo di giochi? Computer da ufficio, o per lavoro? Per far girare Office, (Libre, Open o Microsoft che sia), l’Opteron che nel 2023 sarà di pubblico dominio basta ed avanza. Stesso per girare su internet. Per far girare quei giochi moderni ma in stile retrò che vanno tanto di moda ora (Su TBOI -Kryuko prendeva i 60FPS con la GPU di 10 anni fa), anche per quelli basta ed avanza.

E quindi, ora che sapete, posso porvi la domanda a cui ho dato la risposta nel primo paragrafo: “Intel e AMD sono gli unici produttori al mondo di processori X64 ma, secondo te, sarà per sempre così?”

Per me, la risposta è no.